Per umidità atmosferica si intende la presenza di vapore acqueo prodotto dalla evaporazione delle superfici liquide della terra per l’azione calorifica della radiazione solare.
La quantità di vapore acqueo che l’aria può contenere dipende dalle condizioni di temperatura e pressione del momento: quanto più è elevata la temperatura di un certo volume d’aria tanto più vapore esso può contenere tenendo presente che per ogni temperatura esiste una quantità massima che non può essere superata.
Una massa d’aria che contiene la massima quantità di vapore ammissibile per la temperatura alla quale si trova è una massa d’aria satura; la temperatura alla quale si verifica questa condizione è detta punto di saturazione o di rugiada. La temperatura di rugiada permette di prevedere, in funzione del raffreddamento notturno, le probabilità di formazione della nebbia (se durante la notte la temperatura scende al di sotto di quella di rugiada sicuramente si formerà la nebbia).
Per misurare l’umidità viene usato l’igrometro (generalmente si tratta di igrometri a capello in quanto utilizzano capelli umani che sono particolarmente sensibili alle variazioni di umidita').
L’umidità dell’aria quando è a elevate temperature è fonte di disagio perché limita la perdita di calore corporeo attraverso l’evaporazione del sudore. Un basso tasso di umidità permette un maggiore raffreddamento per evaporazione mentre umidità elevate ostacolano l’evaporazione cutanea.
Esistono alcuni indici utilizzati per stimare il disagio associato alle condizioni atmosferiche calde e umide; l’indice HUMIDEX, sviluppato nel 1965, cerca di rappresentare la temperatura effettivamente percepita dal corpo umano (temperatura apparente) attraverso la combinazione di temperatura e umidità (fascia gialla: malessere; giallo scuro: malessere generalizzato; ocra: grave malessere; rosso: pericolo).
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