I
COLTELLI DA SOPRAVVIVENZA DEI
PILOTI MILITARI
Francesco Gargaglia
L’introduzione
del seggiolino eiettabile a bordo dei jet militari alla fine degli
anni 40 ha incrementato notevolmente le possibilità di sopravvivenza
dei piloti; il fatto di raggiungere incolumi il terreno per mezzo di
un paracadute ha richiesto contemporaneamente la necessità di
addestrare i piloti alle tecniche della sopravvivenza e fornirli di
un adeguato equipaggiamento contenuto in un “survival-vest”.
I
primi “jet pilot survival vest” in tessuto avevano un certo
numero di tasche (somigliavano molto ai gilet usati dai pescatori)
all’interno delle quali era contenuto il necessario per poter
sopravvivere fino al momento di essere recuperati da una unità del
Combat-SAR: bussola, specchietto da segnalazione, razione viveri e
ovviamente un coltello.
Il
coltello non doveva servire prioritariamente alla difesa; era più
che altro uno strumento di lavoro idoneo a tagliare cinture e cordini
o ad esempio per esviscerare un piccolo mammifero o un pesce.
Già
negli anni ’30 Joseph Rodgers, coltellinaio di Sheffield, aveva
prodotto per la Royal Air Force un coltello da sopravvivenza dalla
forma particolare: l’impugnatura era costituita da due parti in
legno rivettate mentre la lama, all’estremità fortemente ricurva,
presentava un solo e affilatissimo tagliente. Il fodero era in cuoio
scuro con un fermo per la cintura. Il modello fu poi ripreso dalla
marina USA e realizzato con impugnatura galleggiante di colore
arancione.
Nella
Seconda guerra mondiale piloti ed equipaggi di volo utilizzavano
“folder” o coltelli a lama fissa prodotti dall’industria civile
e comunque non espressamente destinati a loro ; si trattava di
coltelli del tipo “bowie” (o di robusti pieghevoli come
quello in dotazione alla USNavy;
dotato di 2 lame, una con filo diritto e l’altra con una leggera
seghettatura, aveva le guancette dell’impugnatura in materiale
plastico con una leggera zigrinatura e fissate con 2 viti.Era
anche diffuso l’uso di “coltelli a gravità” come quello
prodotto per la Luftwaffe dalla ditta tedesca Carl Eickhorn di
Solingen, modello poi ripreso dagli USA per le esigenze dell’OSS.Gli
equipaggi che volavano a bordo dei bombardieri americani che
operavano nel Pacifico furono equipaggiati invece con un corto
machete pieghevole realizzato dalla Camillus Cutlery Company di NY ;
introdotto nel 1942 , lungo circa 30 cm, veniva portato sotto
l’imbragatura del paracadute.Il
motivo per cui molte lame venivano prodotte con la punta arrotondata
deve essere spiegato con il loro possibile impiego a bordo dei
battelli pneumatici utilizzati a seguito di ammaraggio.Gli
USA produssero tra gli anni cinquanta e settanta uno “switchblade”
destinato alle aviotruppe ma che venne utilizzato anche dai piloti;
il coltello aveva una due lame: una diritta ed l’altra ad uncino.
Le guancette in materiale plastico e rivettate erano di colore
arancio.Il
vantaggio di questo coltello era nel fatto che poteva essere
agevolmente aperto con una sola mano; la lama diritta era infatti
sprovvista dell’unghia che compare invece sulle lame di tutti i
pieghevoli.Successivamente
al secondo conflitto mondiale emerse la necessità di dotare i piloti
di jet, ma anche di elicottero, di un coltello che consentisse di
mettere in atto le tecniche apprese nei corsi di sopravvivenza ed
evasione e fuga.
Nel
Regno Unito sempre la J.Rodgers produsse un particolarissimo coltello
da portare sulla tuta di volo, fissato ad una gamba. Il coltello
prodotto con 2 tipi di lama diversa (diritta o curva) aveva nel
manico un sistema di arresto che lo fissava in maniera solidale al
fodero metallico.
Il
coltello, impiegato anche dal SAS, ha ai bordi dell’impugnatura due
molle di serraggio che lo bloccano ad un perno posto nella parte
superiore del fodero in acciaio (normalmente coperto da una guaina di
canapa arancione). La punta della lama ricurva, per motivi di
sicurezza, è smussata.
Gli
USA che durante la guerra avevano prodotto un gran numero di coltelli
da combattimento (il più famoso l’MK1 della Camillus destinato ad
equipaggiare i marines dell’US Navy) inizialmente pensarono di
adottare il modello n. 14 della Randall Company di Ontario in Florida
ma dovettero poi rinunciare per il peso eccessivo.
La
scelta cadde successivamente su due modelli: il survival-knife
ordinato dallo Strategic Air Command e il Jet Pilot Survival
Knife prodotto sia dalla Camillus che dalla Ka-Bar e Ontario.
Il
primo modello, oggi prodotto per il mercato civile dalla Boker,
rimase in uso solo per alcuni anni; molto leggero, con un fodero in
cuoio con impresso l’acronimo SAC, aveva una lama sottile più
simile ad una lama per “sfilettare” il pesce, l’impugnatura
era in dischi di cuoio con pomo in alluminio.
Il
Jet Pilot Survival Knife invece è uno dei più validi coltelli da
sopravvivenza mai realizzati: lungo in totale 24,1 cm è un coltello
robusto e molto versatile.
La
lama dalla forma classica “bowie” presenta uno “sguscio”
(chiamato erroneamente “scolasangue”) che ne aumenta
l’elasticità; dotata di corto controfilo ha il dorso seghettato
per tagliare materiali di vario genere (compreso l’alluminio) e un
brevissimo tallone (o ricasso).
I
rami di guardia, in robustissimo acciaio, presentano un forellino per
il passaggio di un cordino; in questo modo il coltello può essere
legato in cima ad un’asta e trasformarsi in una lancia.
L’impugnatura
in dischi di cuoio pressati e sagomati per aumentare il “grip” ,
ha un pesante pomo esagonale all’interno del quali viene ribattuta
l’estremità della lama “full-tang”; il pomo può essere
impiegato per battere, come la testa di un martello.
Il
fodero in cuoio rinforzato da una lamina forata che ne consente
l’applicazione al “survival-vest” o alla tuta di volo, presenta
una piccola tasca con una pietra per riaffilare la lama. La lama può
essere in caso di necessità riaffilata con facilità e inoltre
presenta un efficace trattamento di brunitura per prevenire
l’ossidazione.
Il
JPSK prodotto ancora oggi soprattutto in Giappone è un coltello
molto apprezzato da chi pratica il survival anche perché viene messo
in vendita ad un costo molto accessibile; la Ontario Knife di NY a
partire dal 2003 ha realizzato un versione (denominata ASEK
(Aircrew Survival Egress Knife), con impugnatura e fodero in
materiale sintetico. Il coltello viene fornito con uno specifico
attrezzo multifunzione.
Anche
la Fallkniven, una fabbrica svedese di coltelli, produce per le
proprie forze armate eccellenti coltelli survival con lame realizzate
con la sofisticata tecnica “sandvik”; il coltello a lama fissa
che equipaggia i piloti è il piccolo ma robusto F1 con lama in
acciaio V10 con una elevata durezza (59 hrc) e lunghezza di 10 cm,
manico in Kraton e fodero chiuso in cuoio di colore nero.
I
piloti italiani sono equipaggiati oggi con 2 modelli specifici
realizzati per l’Aeronautica Militare e adottati anche dai piloti
di elicottero; si tratta di coltelli prodotti da imprese italiane che
vantano una lunga esperienza nella fabbricazione di lame.
Sono
due eccellenti coltelli con lama bowie e fodero di cuoio in colore
verde-oliva (lo stesso delle tute di volo) provvisto di 4 bottoni
automatici che ne consentono il fissaggio sulla gamba.
Il
modello più piccolo con lama lunga 11,8 cm presenta
sguscio e dorso con breve seghettatura; il manico in dischi di cuoio
ha il pomo in alluminio. I rami di guardia non sono orizzontali ma
piegati uno verso l’alto e l’altro verso il basso. Il coltello in
acciaio inox e prodotto dalla Olivetto ha una impugnatura di appena
8,5 cm, ma in questo caso si è preferito privilegiare le modeste
dimensioni a detrimento della comodità.
Il
secondo modello è molto più grande con lama lunga 15,3
cm e rami di guardia orizzontali (anche qui è presente un forellino
per il passaggio di un cordino in nylon).
Il
coltello prodotto dalla Bianchi o dalla Maserin ha un fodero che
presenta alla estremità un puntale metallico di protezione.
Si
tratta di due eccellenti coltelli (disponibili anche sul mercato
civile) che non hanno nulla da invidiare ai tanti modelli prodotti
oltremare.
Riferimenti:
F.Stephens:
Coltelli da combattimento
L.
Thompson: Survival fighting knives
S.
Latham: Coltelli americani
L.
Thompson: The military survival knife
I.
Comi: Armi bianche corte contemporanee a lama fissa e lama mobile