domenica 9 febbraio 2025

 

I COLTELLI DA SOPRAVVIVENZA DEI

 PILOTI MILITARI

Francesco Gargaglia

L’introduzione del seggiolino eiettabile a bordo dei jet militari alla fine degli anni 40 ha incrementato notevolmente le possibilità di sopravvivenza dei piloti; il fatto di raggiungere incolumi il terreno per mezzo di un paracadute ha richiesto contemporaneamente la necessità di addestrare i piloti alle tecniche della sopravvivenza e fornirli di un adeguato equipaggiamento contenuto in un “survival-vest”.

I primi “jet pilot survival vest” in tessuto avevano un certo numero di tasche (somigliavano molto ai gilet usati dai pescatori) all’interno delle quali era contenuto il necessario per poter sopravvivere fino al momento di essere recuperati da una unità del Combat-SAR: bussola, specchietto da segnalazione, razione viveri e ovviamente un coltello.

Il coltello non doveva servire prioritariamente alla difesa; era più che altro uno strumento di lavoro idoneo a tagliare cinture e cordini o ad esempio per esviscerare un piccolo mammifero o un pesce.

Già negli anni ’30 Joseph Rodgers, coltellinaio di Sheffield, aveva prodotto per la Royal Air Force un coltello da sopravvivenza dalla forma particolare: l’impugnatura era costituita da due parti in legno rivettate mentre la lama, all’estremità fortemente ricurva, presentava un solo e affilatissimo tagliente. Il fodero era in cuoio scuro con un fermo per la cintura. Il modello fu poi ripreso dalla marina USA e realizzato con impugnatura galleggiante di colore arancione.

Nella Seconda guerra mondiale piloti ed equipaggi di volo utilizzavano “folder” o coltelli a lama fissa prodotti dall’industria civile e comunque non espressamente destinati a loro ; si trattava di coltelli del tipo “bowie” (o di robusti pieghevoli come quello in dotazione alla USNavy; dotato di 2 lame, una con filo diritto e l’altra con una leggera seghettatura, aveva le guancette dell’impugnatura in materiale plastico  con una leggera zigrinatura e fissate con 2 viti.Era anche diffuso l’uso di “coltelli a gravità” come quello prodotto per la Luftwaffe dalla ditta tedesca Carl Eickhorn di Solingen, modello poi ripreso dagli USA per le esigenze dell’OSS.Gli equipaggi che volavano a bordo dei bombardieri americani che operavano nel Pacifico furono equipaggiati invece con un corto machete pieghevole realizzato dalla Camillus Cutlery Company di NY ; introdotto nel 1942 , lungo circa 30 cm, veniva portato sotto l’imbragatura del paracadute.Il motivo per cui molte lame venivano prodotte con la punta arrotondata deve essere spiegato con il loro possibile impiego a bordo dei battelli pneumatici utilizzati a seguito di ammaraggio.Gli USA produssero tra gli anni cinquanta e settanta uno “switchblade” destinato alle aviotruppe ma che venne utilizzato anche dai piloti; il coltello aveva una due lame: una diritta ed l’altra ad uncino. Le guancette in materiale plastico e rivettate erano di colore arancio.Il vantaggio di questo coltello era nel fatto che poteva essere agevolmente aperto con una sola mano; la lama diritta era infatti sprovvista dell’unghia che compare invece sulle lame di tutti i pieghevoli.Successivamente al secondo conflitto mondiale emerse la necessità di dotare i piloti di jet, ma anche di elicottero, di un coltello che consentisse di mettere in atto le tecniche apprese nei corsi di sopravvivenza ed evasione e fuga.

Nel Regno Unito sempre la J.Rodgers produsse un particolarissimo coltello da portare sulla tuta di volo, fissato ad una gamba. Il coltello prodotto con 2 tipi di lama diversa (diritta o curva) aveva nel manico un sistema di arresto che lo fissava in maniera solidale al fodero metallico.

 

Il coltello, impiegato anche dal SAS, ha ai bordi dell’impugnatura due molle di serraggio che lo bloccano ad un perno posto nella parte superiore del fodero in acciaio (normalmente coperto da una guaina di canapa arancione). La punta della lama ricurva, per motivi di sicurezza, è smussata.

Gli USA che durante la guerra avevano prodotto un gran numero di coltelli da combattimento (il più famoso l’MK1 della Camillus destinato ad equipaggiare i marines dell’US Navy) inizialmente pensarono di adottare il modello n. 14 della Randall Company di Ontario in Florida ma dovettero poi rinunciare per il peso eccessivo.

La scelta cadde successivamente su due modelli: il survival-knife ordinato dallo Strategic Air Command  e il Jet Pilot Survival Knife prodotto sia dalla Camillus che dalla Ka-Bar e Ontario.

Il primo modello, oggi prodotto per il mercato civile dalla Boker, rimase in uso solo per alcuni anni; molto leggero, con un fodero in cuoio con impresso l’acronimo SAC, aveva una lama sottile più simile ad una lama per “sfilettare” il pesce, l’impugnatura era in dischi di cuoio con pomo in alluminio.

Il Jet Pilot Survival Knife invece è uno dei più validi coltelli da sopravvivenza mai realizzati: lungo in totale 24,1 cm è un coltello robusto e molto versatile.

La lama dalla forma classica “bowie” presenta uno “sguscio” (chiamato erroneamente “scolasangue”) che ne aumenta l’elasticità; dotata di corto controfilo ha il dorso seghettato per tagliare materiali di vario genere (compreso l’alluminio) e un brevissimo tallone (o ricasso).




I rami di guardia, in robustissimo acciaio, presentano un forellino per il passaggio di un cordino; in questo modo il coltello può essere legato in cima ad un’asta e trasformarsi in una lancia.

L’impugnatura in dischi di cuoio pressati e sagomati per aumentare il “grip” , ha un pesante pomo esagonale all’interno del quali viene ribattuta l’estremità della lama “full-tang”; il pomo può essere impiegato per battere, come la testa di un martello.

Il fodero in cuoio rinforzato da una lamina forata che ne consente l’applicazione al “survival-vest” o alla tuta di volo, presenta una piccola tasca con una pietra per riaffilare la lama. La lama può essere in caso di necessità riaffilata con facilità e inoltre presenta un efficace trattamento di brunitura per prevenire l’ossidazione.

Il JPSK prodotto ancora oggi soprattutto in Giappone è un coltello molto apprezzato da chi pratica il survival anche perché viene messo in vendita ad un costo molto accessibile; la Ontario Knife di NY a partire dal 2003 ha realizzato un versione (denominata ASEK (Aircrew Survival Egress Knife), con impugnatura e fodero in materiale sintetico. Il coltello viene fornito con uno specifico attrezzo multifunzione.

Anche la Fallkniven, una fabbrica svedese di coltelli, produce per le proprie forze armate eccellenti coltelli survival con lame realizzate con la sofisticata tecnica “sandvik”; il coltello a lama fissa che equipaggia i piloti è il piccolo ma robusto F1 con lama in acciaio V10 con una elevata durezza (59 hrc) e lunghezza di 10 cm, manico in Kraton e fodero chiuso in cuoio di colore nero.

 I piloti italiani sono equipaggiati oggi con 2 modelli specifici realizzati per l’Aeronautica Militare e adottati anche dai piloti di elicottero; si tratta di coltelli prodotti da imprese italiane che vantano una lunga esperienza nella fabbricazione di lame.

Sono due eccellenti coltelli con lama bowie e fodero di cuoio in colore verde-oliva (lo stesso delle tute di volo) provvisto di 4 bottoni automatici che ne consentono il fissaggio sulla gamba.

Il modello più piccolo  con lama lunga 11,8 cm presenta sguscio e dorso con breve seghettatura; il manico in dischi di cuoio ha il pomo in alluminio. I rami di guardia non sono orizzontali ma piegati uno verso l’alto e l’altro verso il basso. Il coltello in acciaio inox e prodotto dalla Olivetto ha una impugnatura di appena 8,5 cm, ma in questo caso si è preferito privilegiare le modeste dimensioni a detrimento della comodità.

Il secondo modello è molto più grande con lama lunga 15,3 cm e rami di guardia orizzontali (anche qui è presente un forellino per il passaggio di un cordino in nylon).

Il coltello prodotto dalla Bianchi o dalla Maserin ha un fodero che presenta alla estremità un puntale metallico di protezione.

Si tratta di due eccellenti coltelli (disponibili anche sul mercato civile) che non hanno nulla da invidiare ai tanti modelli prodotti oltremare.


Riferimenti:

  • F.Stephens: Coltelli da combattimento

  • L. Thompson: Survival fighting knives

  • S. Latham: Coltelli americani

  • L. Thompson: The military survival knife

  • I. Comi: Armi bianche corte contemporanee a lama fissa e lama mobile




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