lunedì 19 novembre 2007

IMPARIAMO A SOPRAVVIVERE



Perchè mai una persona che conduce una vita normale e magari vive in una grande città dovrebbe interessarsi alle tecniche di sopravvivenza o frequentare un corso "survival"?
Cercherò di dare risposta a questo quesito.
Alcuni anni fa un cercatore di funghi, dopo alcuni giorni di ricerche, venne trovato morto nei boschi della Sabina, a poche centinaia di metri da una strada molto trafficata. L'uomo presentava numerose ferite al volto e alle braccia. I soccorritori hanno ipotizzato che l'uomo, dopo essersi perso, preso dal panico, si sia gettato lungo un canalone ferendosi con i rovi e trovando poi la morte per arresto cardiaco. Se quel cercatore di funghi fosse stato a conoscenza di alcune tecniche di sopravvivenza forse non avrebbe perso la vita.
Che cosa è allora la "sopravvivenza"?
Secondo John Wiseman, autore di "The SAS Survival Handbook" la sopravvivenza è la capacità di rimanere vivi in ogni circostanza (specie quando si rimane isolati o si è feriti). Si tratta di una capacità che interessa prevalentemente i militari; le tecniche di sopravvivenza nascono infatti con la costituzione di unità delle forze speciali (SF) destinate ad operare per lunghi periodi isolatamente e in zone controllate dalle forze nemiche.
La realizzazione dei seggiolini eiettabili a bordo degli aerei da combattimento ha favorito lo sviluppo di queste tecniche (una volta salvo e a terra il pilota deve sopravvivere fino a quando non viene recuperato) mentre la Guerra del Vietnam, con il massiccio impiego di unità delle SF in missioni informative o di sabotaggio, ha dato un grande impulso all' attività survival. Durante questo conflitto un Ufficiale dei Berretti Verdi, James Rowe, dopo 5 anni di prigionia in un campo viet-cong riusci a fuggire e forte dell' esperienza vissuta diede vita ad un serie di corsi di sopravvivenza denominati SERE (Survival, Evasion, Resistance and Escape).
Di sopravvivenza si è cominciato a parlare in Italia soprattutto negli anni '70 quando usci il film "Rambo": la pellicola ebbe un enorme successo, iniziarono a svolgersi i primi corsi mentre venivano pubblicati manuali e immessi sul mercato materiali, coltelli ed equipaggiamenti da sopravvivenza (nella maggior parte dei casi si trattava di materiali di origine militare). Va detto però che le tecniche di sopravvivenza, in paesi come gli Stati Uniti o il Nord Europa, da sempre sono molto diffuse: negli USA (il paese dell' outdoor) i corsi sono frequentati oltre che da giovanissimi anche da militari, rangers, guardie forestali e poliziotti. Nei paesi scandinavi, dove per la nebbia e la neve il pericolo di perdersi è molto elevato, corsi survival vengono organizzati addirittura per gli studenti delle scuole medie inferiori. Nel nostro paese il survival è sinonimo invece di "rambismo"! Nella realtà non è cosi.

Oggi che le attività outdoor sono molto diffuse, specie quelle condotte in montagna, a chiunque di noi può capitare di perdersi, essere sorpresi dal cattivo tempo o costretti a trascorrere una notte in un bosco senza avere un equipaggiamento adeguato (e non è detto che il telefono cellulare sia la soluzione a tutti i nostri problemi!). Numerosi sono gli incidenti mentre tra le persone che più frequentemente si perdono ci sono escursionisti e cercatori di funghi! Avere allora un equipaggiamento adeguato e conoscere le tecniche di base della sopravvivenza (come accendere un fuoco, realizzare un giaciglio per la notte, orientarsi, affronatre alcuni ostacoli, conoscere i segnali di soccorso, avere al seguito e saper usare il kit di pronto soccorso) può tornarci molto utile ed evitare a volte conseguenze disastrose. Ecco perchè frequentare un corso e tutto questo senza sentirsi Rambo!




PRIMUS Power Lighter


A chi pratica l'escursionismo segnalo questo accendino che utilizza gas butano (le bombolette si acquistano dal tabaccaio); la fiamma, resistente al vento, sviluppa una temperatura di 1300°. Costo16 Euro.

IL BOKER BULLDOG


Vi consiglio questo coltello della tedesca Boker: si tratta del modello BULLDOG, un liner look con lama corta e massiccia in acciaio 440C e guancette in G-10. E' un ottimo e robusto coltello ideale per il survival. Costo: circa 25 Euro.

COME ACCENDERE UN FUOCO



In molti manuali di sopravvivenza viene spiegato in maniera dettagliata come accendere un fuoco utilizzando dei pezzi di legno ed un' esca. In realtà si tratta di un sistema difficile che richiede una lunghissima pratica (viene usato dagli aborigeni o dai boscimani che vantano millenni di esperienza!): tra l'altro bisogna utilizzare del legno ed un'esca perfettamente asciutti (provate ad accendere un fuoco con questo sistema dopo che ha piovuto per alcuni giorni!!!!). La cosa migliore, e più ovvia, è avere sempre al seguito un qualcosa che ci consente di accendere il fuoco facilmente e rapidamente: fiammiferi, accendino, fiammiferi controvento, acciarino ecc. Dobbiamo abituarci a portarli con noi sempre, anche quando usciamo per fare semplicemente quattro passi.
Personalmente vi consiglio di acquistare un piccolo acciarino (costa 15 Euro) con il quale è possibile, con un minimo di pratica, accendere un fuoco utilizzando come esca dell'erba secca, della paglia o altri vegetali facilmente infiammabili. L'acciarino può essere usato migliaia di volte e non risente della pioggia o umidità. Lo trovate facilmente nei negozi di sport, armerie oppure on-line.